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Nella Sicilia del ‘600, tra l’Inquisizione e le idee di Giordano Bruno

Di Maria Angela Casano

Quanto ci rende liberi il sapere? Una domanda a cui rispondere è semplice oggigiorno. Tuttavia proviamo a immaginare come sarebbe stato difficile rispondere alla stessa domanda    in un periodo oscuro del passato come il XVII secolo, per esempio, in una Sicilia in cui la grettezza mentale la faceva da padrona. Lo scrittore Francesco Giuliano si fa portavoce di un’importante risposta in merito attraverso il suo ultimo romanzo dal titolo: L’intrepido alchimista (Sensoinverso Edizioni, collana Oro Argento, 15 Euro) nel quale racconta di un uomo vissuto nel 1600, Alonzo, cui unico scopo di vita è perseguire sapere e conoscenza.

Figlio del barone Gervasio e fratello gemello di Tiburzio. Il primogenito e privilegiato Tiburzio, ragazzo birichino attratto da cose futili e voluttuarie; Alonzo, riflessivo amante della conoscenza e del sapere.

Da piccoli vengono affidati al frate domenicano Gualtiero, uomo di elevata portata culturale.

Egli sarà un maestro di vita determinante per i due ragazzi ai quali insegnerà la giusta strada della conoscenza autentica e senza pregiudizio. Tiburzio e Alonzo scopriranno i segreti dell’alchimia, madre della scienza moderna, condannata dalla Chiesa del tempo perché considerata una pratica eretica.

Gli insegnamenti del frate faranno particolare breccia su Alonzo che intraprenderà un vero percorso di studio e di ricerca. Il triste epilogo della sua storia d’amore con la bella Genoveffa, data in sposa al fratello, lo spinge a lasciare la Sicilia e a raggiungere la Provenza. Qui il giovane incontra uno dei più famosi alchimisti del tempo, grazie al quale scoprirà i segreti più profondi della materia. La scoperta simboleggerà il percorso interiore che l’uomo deve compiere per scoprire se stesso. 

Dopo il ritorno dalla Francia, Alonzo prende maggiore consapevolezza delle misere condizioni delle menti dei siciliani che “si limitano soltanto a lamentarsi dei baroni, ma senza agire e reagire. Si fanno allettare da belle promesse regolarmente mai realizzate. E la vita continua così, come sempre, nella miseria materiale, intellettuale e morale”.

Alonzo è un uomo adulto ormai. Il ritorno nella terra natia, l’arretratezza del posto e delle menti maturano in lui il desiderio di ricerca che non potrà concludere a causa della morte prematura. Lascerà in eredità un messaggio significativo. Lo studio svincolato dal retaggio delle istituzioni inteso come cammino per il raggiungimento della totale libertà di pensiero.

L’autore non esita a denunciare i mali del tempo, tra i quali la pratica dell’inquisizione che mise al rogo liberi pensatori come Giordano Bruno. Il nolano, infatti, reinterpreta in una chiave nuova alcuni concetti del mondo che scardinano la concezione aristotelica tanto cara alla Chiesa del tempo. Alonzo accoglierà benevolmente l’idea bruniana. Questi diventerà una meta da seguire.

Al romanzo fanno da sfondo la bellezza del paesaggio agreste di Sicilia, i colori caldi di tramonti ineguagliabili e intriganti storie d’amore consumate in luoghi incontaminati dell’isola. L’opera racchiude molti aspetti dello scibile umano come la storia, la filosofia, la chimica e la religione; elementi rilevanti per chi vuole consapevolmente accostarsi a un tipo di lettura con un alto valore educativo.

Con uno stile colto ed energico lo scrittore siciliano ci addentra in un romanzo intrigante e coinvolgente che suscita immediato interesse e soddisfa in toto le aspettative del lettore. 

Buona lettura!